Il Senato ha approvato con un voto di fiducia il cosiddetto Dl Minniti in tema di governo del fenomeno immigratorio. Tra le novità introdotte dal provvedimento sezioni specializzate presso i tribunali ordinari, eliminazione di un grado di giudizio nei ricorsi contro il no all’asilo, il superamento dei vecchi Cie e l’apertura dei Cpr, la possibilità di lavoro volontario e gratuiti per i richiedenti asilo. Il provvedimento passa ora all’esame della Camera. Il commento del senatore modenese Stefano Vaccari:
“Il fenomeno migratorio, visti i focolai di conflitto e il tracollo dell’economia in alcuni Paesi africani, non è destinato ad attenuarsi, per questo è fondamentale dotarsi degli strumenti, anche normativi, necessari per tentare di governare la situazione, soprattutto per il nostro Paese, crocevia geografico della rotta del Mediterraneo verso l’Europa”: con queste parole il senatore modenese Stefano Vaccari, capogruppo Pd in Commissione Ambiente, spiega il valore del voto odierno a Palazzo Madama sulla conversione in legge del cosiddetto Decreto Minniti. “Con questo provvedimento – continua Vaccari – si punta a ottenere risultati su più fronti critici: da una parte si accelerano i procedimenti amministrativi per il riconoscimento della protezione internazionale a chi ne ha diritto, ma dall’altra si vuole assicurare l’effettività dei provvedimenti di espulsione di quegli immigrati che non rientrano nelle categorie protette. Continua, inoltre, l’opera di contrasto all’immigrazione illegale e al traffico di migranti. Insomma il rispetto dei diritti dei singoli, l’affermazione dell’accoglienza come dovere delle comunità, ma anche misure volte a garantire la sicurezza dei territori in un rapporto di collaborazione stretta con i sindaci e i Comuni”. Tra le misure previste dal provvedimento, anche la definitiva cancellazione dei Cie, i Centri di identificazione ed espulsione e l’apertura di una rete di 20 Cpr, Centri di permanenza per il rimpatrio, di capienza limitata. “Fondamentale – aggiunge Vaccari – per prevenire il ripetersi di quanto già verificatosi nei vecchi Cie, l’aver previsto un ruolo centrale del Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale a cui vengono riconosciuti tutti i poteri di verifica e di accesso nelle nuove strutture”. Infine, chi rimarrà sul nostro territorio avrà garantita la possibilità di partecipare al benessere della comunità ospitante espletando attività di utilità sociale.